10 August 2008

Mawata


Quando devo ordinare qualcosa da un negozi on online piuttosto che da un altro non riesco mai a trattenermi dall'aggiungere all'ordine anche qualche nuova (a me) fibra. Sai, con la filosofia del "guadagnare" sul prezzo di spedizione. Mi piace la lana che compero dall Ulster wool board in Muckamore ma mi piace anche provare nuove fibre. Alcuni mesi fa ho ricevuto un pacco da Fibrecrafts (www.fibrecrafts.co.uk). Avevo ordinato diversi campioni di lana e varie fibre animali e vegetali. Tra le altre c'era una bustina di mawata silk caps. Devo ammettere che di fronte a una fibra cosi' lussuosa mi sono trovata ad avere un certo complesso di inferiorita'. Per diverse settimane mi sono limitata ad accarezzare i fazzolettini di seta. Una mattina ho preso il coraggio a due mani, ho tinto il tutto nei toni del prugna e del borgogna e poi... Ho abbandonato la seta di nuovo.



mawata silk caps e' il nome che viene dato ad una particolare preparazione della seta. Ci sono diverse qualita' di seta, la migliore viene immersa in acqua calda e viene svolta e attorcigliata. Quella di qualita' inferiore o quei bozzoli che vengono portati a maturazione e che di conseguenza hanno un buco viene pulita dalla sericina e ogni bozzolo viene allungato e steso su una struttura quadrata. Centinaia do bozzoli vengono impilati su questa struttura. la seta filata da questi bozzoli non e' liscia e perfetta quanto quella dei bozzoli "svolti" e viene usata per fare lo shantung.
Piu' di un mese dopo ho cominciato a filare e, come al solito, mi sono buttata sul sottile. Sono soddisfatta dei colori anche se non si sono distribuiti uniformemente, per ovviare a questo problema prendo i fazzoletti alternativamente dall fondo e dalla cima della pila.Sono soddisfatta della tectica che sto usando, non sono sicura di essere soddisfatta dell consistenza del filo: le piccole palline e nodini tipici dei mawata rendono il filo irregolare.
Prima di cominciare a filare ho fatto un po' di ricerca:
Ho trovato due sistemi di filare da mawata silk caps.1- separare un "fazzolettino" e cominciare a filare dal centro del "fazzoletto"2- separare un "fazzolettino", creare un buco nel centro e continuare a ingrandire il buco finche' si puo' rompere in un punto e poi si puo' filare come se fosse un roving.
Ho scelto la seconda tecnica dato che sebbra che sia piu' facile da filare e dovrebbe dare un filo piu' lucido dato che quasi tutte lefibre sono distribuite nella stessa direzione.
Ho rimepito doe mezze bobbine e mi sono resa conto che, anche raddoppiato a due a due, il filo e' troppo sottile. Ho filato un po' di merino nero e ora ho piu' di 1000 m di merino-seta. Devo ancora decidere cosa fare di preciso...

19 July 2008

Rat scarf

I finally finished my sister's horrible scarf.
Some months ago, chatting at the phone with my sister I told her about all the incredible fibres you can get from Wingham Wool Work (www.winghamwoolwork.co.uk). To a non spinner/knitter bamboo and tencel and nettle sound quite exotic.
When I got to the animal fibres, at the end of the page, there it was -among al the other lovely beasts- possum, I can't remember how it happened but I said I'll make her a rat scarf.

Unfortunately (for me) I already had a list of items I intended to order from Wingham Wool Work and so there I was a couple of days later, ordering (among the other things) 100g of possum. This possum come from
New Zealand where is a pest and is not the cute rat from North America
but a quite larger marsupial. Possums are killed and the hair sold to finance the culling of this invasive specie.
So, there you go, these are the humble beginnings of the "rat scarf" (as it was christened by my sister).

One might think that it is insensitive to give her something I defined horrible few row above. In my defence I can say that she has been forewarned (although she might not be prepared for the full extent of the horribleness).

I received my tightly packed bag of possum, I pulled a bit of it out and I saw that it was going to be tough: the fibres are no longer than 2 cm (and I think they are in average shorter) and slippery. I tried to spin it on its own but clearly it did not work.
I spent a morning blending it with some white merino and managed to spin it. I could not spin much of it at one time. I had to stop when I reached a certain level of curse yelling... I am not a great spinner but I split my singles very rarely (say once a bobbin or less)

My possum mix breaks continuously. The logical choice would have been to mix the
bloody beast with some more merino but at that stage I already hated it and I could not bear to use any of my lovely merino to improve it and besides I did not want a huge amount of yarn that I could never use... Although I could use the leftovers if I need to give a present to the cow who used to share the flat with me ha ha ha (evil laugh)
What's more is that the fibres are so short and thin that blending means a lot of sneezing an a thin coat of fur everywhere: not nice.

Anyhow I managed to spin 2 bobbins of singles and I plied
it with a lot of twist. I knitted it and I can't wait to get rid of it.
I had t choose a fast pattern, that did not curl at the edges, that accommodates thick and thin yarn and that didn't make me die of boredom. I tried the Morning Surf Scarf but it made it look like loads of dirty mouths opening in the texture of the scarf. So I decided to keep the "dropped yarnovers" and use them along the whole row. I made it totally random: when I felt like it I would break the garter stitch with a row of looong stitches.

Do not get me wrong
about possum: I am not saying that it is a fibre to forget, it is very very soft and probably very warm. If somebody could mechanically blend a 60% merino 40% possum mix I think it could be great especially with a black or dark brown merino (the possum has a funny and sad shade of brown otherwise).

As it is I don't want to have nothing to do with possum for a very very very long time.

11 July 2008

Nuovi velli

Lo scorso venerdi' sono andata all "Ulster wool group" con l'intenzione di comperare un vello per fare un maglione per il mio molto comprensivo upmo. Era la seconda volta che ci andavo. La prima volta ho fatto conoscenza con la signora che lavora nell'ufficio e con un signore che lavore nel capannone e che mi ha accompagnato in giro. Questa volta sono arrivata e la signora mi ha detto: "Sei tornata!" E poi ho incontrato lo stesso signore lui mi ha detto: "Sei tornata!" e poi mi ha accompagnato in giro per i bidoni in cerca di un buon vello. Prima di tutto mi ha portato al bidone dei purarazza Jacob. La lana jacob mi piace dal punto di vista della consistenza e morbidezza mo stavo cercando un colore unico e possibilmente scuro. Le Jacob invece sono bianche a puntini marroni (grossi punti).Ho chiesto di vedere Blueface leicester scuro. Le BL sono piuttosto piccole sicche’ ho scovato due bellissimi velli grigio marroni, io ne avrei preso solo uno ma il tizio che mi aiutava mi ha detto che uno da solo pesava 1 Kg il che significa che tolto lo sporco e gli scarti non avrei abbastanza per un maglione. Cosi’ alla fine ne ho presi due.Mentre mi stavo tuffando dentro al bidone per scovare il vello perfetto un tizio si e’ avvicinato e (con lo stesso atteggiamento che ci si potrebbe aspettare da unpusher in pato della valle alle due di notte) mi dice: “Vuoi alpaca? Ho alpaca”.Il tizio dell’alpaca portera’ i velli (tosati 3 anni fa) al capannone e l’uomo che lavora li’ ha preso il mio numero e ah promesso che mi chiamera’ per farmi sapere se hano rivevuto i velli e se vale la pena fare il viaggio.Una volta scelta la lana per il mio uomo ho chiesto di vedere velli di Wensleydale ma o l’uomo non mi ha sentita o il mio accentone italiano mi ha tradita ancora e invece di wenleydale mi ha mostrato ancora la “zona Jacob” (sembra che jacob sia la sua passione o forse ha letto che la lana Jacob e’ perfetta per i proncipianti). Questa volta mi ha mostrato gli incroci Jacob + qualche altra specie. Mi sono innamorata: e’ un vello enorme, marrone e... denso. Il vello di Blueface e morbidissimo e lucido, e’ la specie britannica piu’ vicina (come qualita’) al merino. E’ meraviglioso ma qusto incrocio Jacob ha piu’ corpo e’ piu’ vicino al mio “genere”.Mentre stavo raccogliendo i velli di Blueface l’uomo ha chiamato l’ufficio per farsi dare i prezzi. Finita la telefonat ha cominciato a dirmi e ripetermi che il blueface era molto costoso. L’anno scorso mi ero portata a casa 2,5 Kg di vello per 1,27£. E non riuscivo ad immaginare come un’altra razza potesse essere COSTOSA. Ma L’omino continuava a ripetere quanto 1£ piu’ iva fosse costoso... Ad un certo punto ho cominciato a pensare che magari intendeva 1£ per 100 g. Siamo arrivati alla bilancia e a quel punto mi chiedevo se intendeva 10£ al Kg dato che, una volta pesata la bosra di blueface, e una volta visto che il peso era 3 kg si e’ offerto di mentire all’impiegata e dirle che erano solo 2 kg. Alla fine ho preso l’autobus con 7 kg di vello: 3 kg di Blueface e 4 di Jacob cross. Il tutto per 5.50£ (sarebbero stati 5.53£ ma l’impiegata ha told i penny).Mi sono incamminata e, dopo 20 minuti di stada ho raggiunto la fermata e mi sono resa conto che il mio autobus era passato 20 minuti prima e che il successivo sarebbe passato di li’ a 1 ora e 40 minuti. E, tra l’atro, avevo anche fame.Dovevo andare a lavorare quella sera cosi’ ho lasciato le borse in bagno (a pecorare). La mattina successiva mi sono svegliata all’alba e ho cominciato la mia cernitura-ammollo-lavaggio-sgocciolatura-centrifuga routine. Alle 10.30 circa il mio fantastico (e molto paziente) uomo e’ uscito dal letto tutto sonnacchioso e adorabile e io ho cercato di rientrare ne letto tutta dolorante e stanca.Tre giorni dopo tutta la lana e’ asciutta e compressa in 3 enormi borse: l’incrocio nella piu’ grande, il Blueface grigio nella borsa bianca e il Blueface marrone nella borsa rossa.Ieri ho filato 2 campioni (uno per specie) e temo che il Blueface, con quei bioccoli cosi’ densi, e’ ancora molto lanolinico. Sto pensando se sia il caso di ri-lavarlo cosy’ com’e’ o se filarlo e lavarlo nella matassa.

18 June 2008

Sciarpa-posapentola

Sto ceracndo di replicare una sciarpa-posapentola che avevo fatto per mia sorella, Non ho foto del lavoro finito ma ho una foto della lana ancora sulla bobina.
Il frutto del mio lavoro e' stato smarrito dall Royal mail. L'avevo spedita assiema ad un'altra sciarpa che avevo fatto per mia mamma ma non sono mai arrivate a destinazione. Non lamentatevi mai piu' dell poste Italiane. Somo molto ma molto ma molto meglio di quelle del regno unito!
Mia sorella mi aveva s
uggerito di filare lana varigata. Io ero scettica ma ho tinto comunque circa 100g di merino. Qello e' stato il mio primo esperimento con coloranti alimentari e microonde. Ho dovuto ritingere la stella lana 3 volte prima di ottenere colori decenti. A quel punto il torciglione di lana era quasi infeltrito e ho dovuto passare diverse ore a "strappare" ciuffi di fibre da filare. Beh filare questa lana e' stato un divertimento. Adesso capisco perche' si vedono cosi' tante lane variegate: sono uno spasso da filare.
Una volta filato un singolo ho realizzato che avevo troppi pochi metri per riuscire a lavorare qualcosa a maglia sicche' ho deciso di inaugurare il mio telaio facendo una sciarpa. Ho deciso di usare cotone perle' come ordito e di farla larga 20 cm. Questo eral il mio promo vero progetto sul telaio ed ho fatto qualche errore:
- battuto troppo forte (si' e' per questo che la chiamo sciarpa-posapentols... un pochino troppo densa)
- overstimato la lunghezza della lana (era una sciarpa molto corta ma
avevo pensato che avremmo potuto usare la stoffa per fare portapenne)
- usato cotone come ordito (mai piu', troppo scivoloso)
- usato un liccio di 7.5 fili per pollice (troppissimo)
- non aver fatto una foto del progetto finito (il peggior errore)
Questa volta sto cercando di ripetere i colori del mio tentativo precedente:
Visto il brutto effetto del cotone questa volta ho usato lana per trama e ordito. Ho inzuppato in acqua a aceto la lana e l'ho divisa in 2 parti uguali. Una volta stizzata la lana l'ho distribuita sulla pellicola trasparente. Ho versato il miglior rosso che sono stata in grado di mischiare sulla meta' destinata alla trama e ho versato varie tonalita' di giallo, rosso e arancio sulla meta' destinata all'ordito.

Ho chiuso le salsicce di lana e ho passato ognuna nel microonde per 3 minuti circa. Ho aspettato che il tutto si raffreddasse e poi ho lavato la lana (per togliere l'odore di aceto) e l'ho risciacquata. Mentre risciacquavo la lana ha perso un po' di colore ma molto molto meno di quanto faccio la stessa operazione con la tintura Dylon.,
Questa volta cerchero' di rimediare a qualcuno dei miei errori: sto filando una lana di colore -quasi- uniforme da usare come ordito e usero' un liccio con 12.5 fili per pollice
Questa volta la trama e' venuta fuori meno varigata ma se tutto va bene verra' bene lo stesso.
Ho cominciato a filare l'ordito, non l'avevo pianificato ma sta venendo molto sottile. Ho "riempito" una bobbina e ho cominciato la seconda. a dire il vero la prima bobbina non e' proprio piena ma non vedo l'ora di cominciare ad attorcigliare i due fili per scoprire quanti metri sono riuscita a produrre.


18 May 2008

Copri-pettini infeltrito

Qualsiasi libro, articolo o blog che parla di filatura o tintura ti dira' di maneggiare la lana con cura altrimenti infeltrisce, di non agitare la lana altrimenti infeltrisce, di non farci scorrere l'acqua sopra altrimenti infeltrisce...
Ho fatto questo copripettini e ho provato a infeltrirlo... Non ne voleva sapere di infeltrirsi.
L'ho maltrattato per piu' di un'ora alternando acqua caldissima e acqua fredda, con sapone, senza sapone. Nessuna differenza. A pensarci bene il "dopo la cura" e' vagamente piu' denso del "prima della cura" ma la dimensione e' la stessa. Seguendo le istruzioni prese da diversi articoli ho fatto la sacca 1/3 piu' grande del necessario.
Avevo intenzione di infeltrire la mia creazione a mano dato che avevo letto che e' facile infeltrire troppo usando la lavatrice ma visto che un'ora di duro lavoro aveva ridotto le dimensioni di (a farla grande) 2 mm ho deciso di buttare il copripettini in lavatrice. Avrei dovuto controllare lo stato di infeltritura spesso durance il cilo dell centrifuga ma mi sono distratta sicche' il povero coso si e' fatto l'intero ciclo. L'ho tirato fuori ed era piu' piccolo... 5 mm piu' piccolo. Il risultato finale e' stato ottenuto dopo 3 cicli di lavaggio.
Ho fatto questo copripettini usando una varieta' di lana filata a mano da me durante il corso di failatura che ho seguito lo scorso ottobre. Essendo il mio primo tentative era brutto: troppo lasco in certi tratti e troppo troppo troppo torto in altri. Ho pensato che creare un copripettini usando la mia prima lana fosse una buona idea e poi l'infeltrimento nasconde i difetti. Siccome non avevo abbastanza lana ho usato anche un po' di bioccoli che una vicina mi aveva dato anni fa (in Italia) filati con il fuso.
La parte che si e' infeltrita di piu' e' proprio quella filata con la lana italiana, non so se questo sia dovuto alla razza di pecora, al metodo di filatura, al fatto che la lana italiana era meno pulita di quella irlandese.
Sul retro del copri-pettini avevo intenzione di infeltrire con l'ago un gregge di pecorelle nere. Purtroppo il risultato e': 3 piccoli mostri. NOn so se nel futuro saro' in grado di migliorarli. Nel frattempo sono contenta di poter chiudere i pettini nella loro custodia e non ferirmi ogni volta che li pesco da dentro la borsa.
Il mio ragazzo e' stato testimone delle piu varie dimostrazioni di "arts and crafts" nel soggiorno del nostro appartamento ma e' stato molto incuriosito dall'infeltritura con l'ago. Si e' seduto accanto a me mentre stavo furiosamente lavorando le povere bestie e mi ha detto: "oooh, con quella cosa potresti infilzare un uomo a morte, in 55-60 minuti"

18 April 2008

Colori alimentari

Ho fatto qualche esperimento con i colori alimentari. Ho letto un sacco di articoli riguardo Cool aid: sono delle bustine piene di coloranti ed aromi artificiali che gli americani usano per avvelenare i propri bambini e per tingere la lana. Nel Regno unito si possono ottenere ordinandoli da negozi di fibre via posta. Per tingere pochi etti di lana servono diverse bustine. Non costano tantissimo ma non sono gratis. Sicche sono andata da Tesco (l'equivalente della Despar) e ho comperato 3 bottigliette di colorante alimentare (quello che si usa per colorare la glassa delle torte e il marzapane) il rosso e il blu erano coloranti artificiali ed il giallo era naturale. Ho comperato anche una bottiglia di aceto di malto.
Ho mischiato diverse tonalita' di verde e l'ho distribuita su un po' di lana e un po' di torciglioni di lana bagnati (di acqua e aceto). Ho poi appoggiato la lana su un canovaccio teso sopra una pentola con 3 dita d'acqua. ho coperto il tutto con carta stagnola, poi con un asciugamano e con un coperchio (il tutto per evitare il clima tropicale). Ho cucinato la mia lana per circa 45 minuti e poi l'ho lasciat areffreddare.
Quando ho aperto la pentol ho trovato della lana dipinta ma non dello stessa tinta che avevo introdotto 2 ore prima: prima della cottura la lana era un verde spento: giallo, blu e un po' di rosso. La lana che e' uscita dall pentola e' quasi turchese: un po' di rosso, blu a molto poco giallo. Dov'e' andato il giallo? Gia', e' finito sul filo di cotone che tiene insieme le matasse e sul canovaccio di cotone. In teoria i colori alimentari non dovrebbero tin
gere il cotone: quando leggi le istruzioni per usare Cool aid ti dicono di usare solo fibre animali. Cool aid e' chimico e il mio giallo e "naturale" sull'etichetta dice annatto e curcuma. Il canovaccio ha gia' subito diversi lavaggi ma ha ancora la sua macchia gialla. Non piu' cosi' vivida ma chiaramente visibile.
Mentre aspettave che la mia lana si cucinasse ho aggiunto qualche ciuffo di lana e il resto del colore in una pentola. Se tingi in una pentola tutta la lana dovrebbe essere tinta dello stesso colore. La mia e' un po' rossa e un po' blu e sopratutto verde. Ho letto che il blu reagisce a un ph piu' acido rispetto agli altri colori. Magari ho causato questo effetto aggiungendo aceto a meta' "cottura".

6 April 2008

Ciao a tutti

Ciao a tutti,
Cosa usate come metodo di sopravvivenza? Io creo, faccio cose costruisco oggetti.
Ho provat un sacco di tecniche diverse: fare carta, ceramica, gioielleria (per un breve e mal riuscito periodo), miniature (per lo piu' per ingrandire la casa di bambole di mia sorella), cartapesta, chiaccherino, fare cesti, acquarello...
Alla fine la tecnica che mi ha sempre accompagnato e' il lavoro a maglia.
Io lavoro anche all'uncinetto ma nella mia famiglia l'uncinetto e' limitato a tende di merletto, centrini e posapentole... sicche' non mi ci dedico piu' di tanto.
Sono sempre stata circondata da maglioni fatti a mano (dato che mia nonna era molto molto veloce). Ho imparato a lavorare a maglia quando avevo... mmm forse 7 o 8 anni e ho imparato con Marco. Marco era il vicino di casa della mia nonna, era anche un mio compagno di classe e il mio miglior amico. Non so se all'epoca l'avrei definito il mio "miglior amico" dato che era un MASCHIO.
Mia nonna e' morta da poco, la casa ha bisogno di restauro e cosi' abbiamo dovuto svuotarla. In uno degli armadi c'era il deposito di Paperon de Paperoni in versione lana: c'era una tonnellata di lana: avanzi di lana dei maglioni della mia infanzia, resti dei maglioni fatti da mia mamma quando ancora viveva con mia nonna, grosse quantita' di lana comperata con un'idea e mai messa in pratica. Fra le altre cose abbiamo trovato il mio primo lavoro a maglia. E' un rettangolo composto da strishe di lana dei piu' vari colori, pesi e materiali. Era stato lavorato con i ferri del 2,5 ma alcune lane avrebbero richiesto ferri piu' grossi. I cambi di colore sono... personali: un bel nodo. Mi ricordo che era estate ed eravamo sedute in giardino sulle sedie di legno laccato di bianco sotto l'albero di albicocco, probablimente avevo lavorato per un bel po' per conto mio e poi ho mostrato il lavoro a mia nonna e lei mi ha spiegato come si uniscono due fili fissandoli sul retro.
Ascolto podcast e alle volte parlano della loro riserva di lana, sono quasi sicura che nessuno possa competere con la riserva di lana di mia nonna. Mentre svuotavamo l'armadio abbiamo trovato rimasugli della lana usata dalla bisnonna per fare una coperta, lana comperata in scozia da mia mamma quando era una ragazza. Abbiamo trovato colori orrendi (anni settanta?) ed enormi coni da 1 kg comperati da Messmer a Cortina.